Ben 14 gamblers asiatici, 13 thailandesi e un businessman originario del Laos, hanno sbancato i tavoli di baccarat del Marina Bay Sands, a Singapore, per 1,41 milioni di dollari. Sono però stati incriminati per truffa aggravata. Secondo i manager del casinò, gli uomini avevano usato un metodo fraudolento per assicurarsi le preziose chips.
Per gli avvocati difensori invece le vincite sarebbero maturate in maniera legittima. Ma procediamo con ordine.

La mente della banda dei truffatori era - secondo la pubblica accusa - il 53enne businessman asiatico Sengmanivong, deceduto in questi giorni, apparentemente per un attacco di cuore. Il suo avvocato Shashi Nathan ha prodotto al giudice il certificato di morte. Purtroppo l'uomo non potrà più difendersi dalle incriminazioni mosse a suo carico.
Questo sindacato di scommettitori era stato organizzato proprio dal ricco uomo d'affari: i 13 uomini thailandesi (ed altre persone non identificate) avevano messo in atto uno schema fraudolento il 6 e 7 maggio del 2013 al Marina Bay, il celebre hotel casinò di Las Vegas Sands.
Come? Erano a conoscenza di una sequenza di carte che gli avrebbe permesso di effettuare una serie incredibile di scommesse vincenti per 1,4 milioni. Per gli avvocati difensori si tratterebbe di vincite legittime.
Sempre secondo l'accusa, Sengmanivong aiutò - nella notte del 6 maggio 2013 - gli accusati a rubare parecchi mazzi di carte non utilizzati, in un armadio della room Paiza, la stanza riservata ai VIP high roller del Marina Bay.
Dopo 100 giorni, i procuratori hanno chiuso le indagini ed ora formuleranno le accuse per il probabile rinvio a giudizio. Gli indagati rischiano fino a 7 anni di reclusione, inoltre dovranno pagare una mega multa.