L'arrivo del Gran Premio di Formula Uno a Las Vegas è stata una delle novità più attese del 2023: la città regina del Nevada ha lavorato in grande (come al suo solito), investendo cifre da capogiro (come al suo solito) e promettendo show, sfarzo e soprattutto introiti fuori di testa (come al suo solito).
Peccato che tra il dire e il fare c'è in mezzo il mare. L'esordio del Campionato del Mondo nella Sin City non è stato affatto dei migliori, come ben sanno gli apionati: lamentele dai residenti, decine di migliaia di biglietti invenduti (e prezzi crollati di conseguenza) e addirittura un tombino fissato male che ha distrutto il telaio di una Ferrari.
Oggi direttamente dagli USA arriva l'ultima batosta: un consorzio di piccole imprese ha chiesto risarcimenti per le perdite che sostengono di aver subito a causa del Gran Premio: stiamo parlando di un totale di 23 milioni di dollari.
Sia chiaro, i rapporti sostengono che la gara abbia permesso di mantenere la promessa di allocare incassi per 1,2 miliardi di dollari nell'economia locale... il problema è che questi introiti non sono stati affatto uniformemente distribuiti.
Durante un incontro con la LVCVA (Las Vegas Convention and Visitors Authority) l'avvocato delle imprese locali Lisa Mayo-DeRiso ha chiesto questo risarcimento multimilionario a nome di una dozzina di proprietari di ristoranti, stazioni di servizio e altri negozi lungo il circuito di gara, a loro detta quasi rovinate da nove mesi di chiusure, deviazioni del traffico e ingressi bloccati.
Gli incontri in programma con LVCVA, con i funzionari della contea e della gara, miravano a risolvere la cosa trovando una soluzione soddisfacente senza ricorrere a cause e tribunali.
In una lettera scritta un paio di settimane fa, Gino Ferraro (proprietario dell'omonimo ristorante) ha espresso il sentimento condiviso delle aziende nei dintorni:
Chi ne ha approfittato? Qualche albergo? Come facciamo a sapere qual è il ROI, con tutti i soldi che sono stati spesi per distruggere la Strip, i suoi dintorni e, in definitiva, la vita delle persone? [...] La gara è costata alla mia azienda $2,5 milioni di incassi e $500.000 di profitti.
Gino Ferraro, proprietario del Ferraro's Restaurant di Las Vegas
Una deviazione del traffico, un "ponte temporaneo" (che è ancora in piedi e dovrebbe essere smantellato dopo il Super Bowl) fatto per fornire accesso a resort e altre aziende, ha anche reindirizzato i clienti lontano da una stazione di servizio e un negozio di alimentari. In quest'ultimo si stimano 4 milioni di mancate entrate, sostiene il proprietario.
Il CEO di LVCVA Steve Hill ha dichiarato al Las Vegas Review-Journal di aver riconosciuto il problema:
Riconosciamo che alcuni sono stati colpiti in modo sproporzionato dalla costruzione necessaria per organizzare un evento di questa portata. Abbiamo imparato molto durante il primo anno e abbiamo iniziato a discutere con le aziende per capire le loro preoccupazioni.
Steve Hill, CEO di LVCVA
Continueremo a lavorare con loro per trovare potenziali soluzioni e creare opportunità in modo che le gare future siano migliori per tutti i soggetti coinvolti
Al momento non sembra in programma alcuna iniziativa di rimborso o o economico alle aziende colpite, tanto che un noto giornalista locale, Andrew Kiraly, si domanda perché non esista un fondo di recupero per questo genere di cose, magari finanziato dalle "Big Four", le quattro principali società di casinò e resort.