Di quanto sia rischiosa la politica del Ritz Casino di Londra (fa credito quasi illimitato a tutti i più grandi gambler del mondo) ne avevamo già ampiamente parlato, eppure per il casinò inglese i problemi legati ai debiti non pagati dai propri clienti continuano ad essere estremamente attuali. L'ultimo in ordine di tempo a non voler pagare quanto aveva perso è stato il miliardario Safa Abdulla Al Geabury, che però non ha potuto tirarsi indietro di fronte alla legge: il giudice dell'Alta Corte inglese lo ha infatti condannato a restituire tutto il malloppo più gli interessi.
Si tratta di una sentenza che in un certo senso manda un forte segnale verso le "balene" che popolano le sale private del Ritz e che sempre più spesso si rifiutano di pagare quanto perso ai tavoli. Nel caso specifico di Al Gaebury, si trattava di un ivo da 2 milioni di sterline maturato nel febbraio scorso, soprattutto alla roulette. Il gambler svizzero aveva tentato di difendere la sua scelta in tribunale sostenendo che la direzione del Ritz fosse al corrente dei suoi problemi di ludopatia e che nonostante questo lo avesse incitato a giocare. Le accuse non hanno trovato riscontro ma comunque erà alla storia la frase con la quale Al Gaebury ha cercato di spiegare che non era in sè durante quella sessione: "È stato il diavolo a farmi giocare d'azzardo".
Il giudice non ha creduto alla sua versione e nel verdetto ha dichiarato che Al Gaebury ha semplicemente fallito nel gestire i suoi problemi con il gioco, pertanto è stato condannato a restituire i 2 milioni di sterline persi ai tavoli e a pagare un interesse di 200.000£ maturato nel corso degli ultimi sei mesi.
Sulla decisione ha avuto un peso notevole anche il patrimonio di Al Gaebury, stimato in 1 miliardo di dollari. Il 52enne svizzero è riuscito ad accumulare questa fortuna nel corso degli anni attraverso la compravendita di valute e il commercio di pietre preziose, anche se le sue scorribande nei casinò inglesi gli hanno sicuramente portato via parecchi soldi. Ora dovrà restituire 3.4 milioni di dollari (il corrispettivo di 2.2 milioni di sterline): sarà la volta buona per smettere di gamblare?