Per una volta, all'interno del Parlamento si sentono parole sensate pro-poker, e che in ogni caso cercano di portare alla luce le evidenti contraddizioni di alcuni luoghi comuni radicati in Italia. Merito dell'On. Mario Adinolfi, autore ieri di un bell'intervento alla Camera dei Deputati.
Il contesto era proprio la discussione sul DL 158/2012 - meglio noto come Decreto Balduzzi - che sta animando negli ultimi tempi anche le nostre pagine, anche perchè da questo decreto a una parte del futuro del mondo del gioco in Italia, online ma anche live.
L'onorevole Adinolfi si concentra soprattutto sugli articoli 7 ed 8 del dispositivo, per esprimere un dubbio (suo e di grandissima parte del mondo dei conoscitori del poker) sull'efficacia del DL riguardo ai problemi che si propone giustamete di risolvere, primo fra tutti quello delle ludopatie.
Mario si adopera per far presente ai colleghi una distinzione che a noi pare scontata, ma che in tutta evidenza non lo è per la nostra classe politica: quella tra gioco d'azzardo e skill games. L'ambiguità della definizione generica di "giochi con vincite in denaro", presente nell'articolo 7 del DL Balduzzi e che ignora del tutto questa distinzione (già presente nella normativa italiana), è un punto centrale dell'intervento del politico-blogger-player romano, divenuto deputato quattro mesi fa.
In un'ottica di tutela della salute, l'occhio del legislatore dovrebbe concentrarsi sul gioco ad aleatorietà pura: "quanti pensionati vediamo rovinarsi nei bingo, al gratta&vinci o alle maledette macchinette?", chiede all'aula Adinolfi, secondo il quale si dovrebbe anzi cercare di instillare una vera cultura del gioco, che inviti gli italiani (soprattutto quelli dei ceti medio-bassi) a non buttare via i propri soldi in giochi nei quali sono condannati a perdere.
L'altra metà di questo cielo sono i giochi di abilità, in cui rientra a pieno titolo il movimento del poker di cui Mario orgogliosamente rivendica l'appartenenza, citando anche Phil Hellmuth: "ha vinto i campionati del mondo 12 volte, allora o noi diciamo che questa è una persona particolarmente fortunata, o forse significa che l'elemento dell'aleatorietà lì non c'è".
A parte il perdonabile errore sul numero dei braccialetti (sono 13, ndr) e l'ovvia semplificazione sul discorso dell'aleatorietà, rimane un intervento di grande importanza per tutto il nostro movimento, proprio perchè mai nessuno prima aveva osato tanto in un simile consesso. Un'aula di Montecitorio che ha udito nominare anche Rocco Palumbo, Dario Minieri e Luca Pagano, "queste sono icone per i giovani: le vogliamo perseguire o criminalizzare?", chiede retoricamente Adinolfi, chiudendo con il messaggio che deve are: no all'azzardo, sì agli skill games.
Naturalmente l'intervento di Mario Adinolfi abbraccia anche diversi altri aspetti, non ultimo quello della regolamentazione del poker live. Potrete comunque apprezzare integralmente il tutto in questo video: