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Butteroni: "Che gioia sono un November Nine" 5e1qw

L'emozione è tanta. Altrimenti non sarebbe umano. Federico Butteroni è carico come una molla, quando lo raggiungiamo per le prime impressioni. "Sto godendo come un pazzo", attacca il romano. Una giornata incredibile, da bollino rosso per chi soffre di problemi al cuore. Ci ha fatto gioire, ci ha fatto penare, ci ha fatto sognare e alla fine, nonostante tutto è November Nine. Il secondo della storia azzurra dopo Filippo Candio.

Ma lasciamo che sia lui a raccontare le sue emozioni e i suoi pensieri. "Se mi giro indietro e riavvolgo il nastro della giornata, mi rendo conto che ho fatto un'impresa immensa. Non tanto per il gioco fine a se stesso, ma per quanto riguarda le tattiche, l'attesa, le mie scelte. Avevo detto che serviva la perfezione. Forse non c'è stata ma nei momenti decisivi non ho mai perso la testa. Non è stato facile quando a ranghi ridotti al tavolo mi sono trovato fra due fuochi. Da una parte Negreanu e dall'altra i vari leader del tavolo. Però mi sono detto che non era il caso di giocare alla morte. Ho preferito attendere e in più di un'occasione ho avuto ragione".

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Il momento più difficile forse è stato dopo l'ultima risalita a 12 milioni. Da dodici left fino allo scoppio della bolla, Federico ha sofferto con uno stack non proprio deep. "Si senza dubbio li è stata durissima. Una guerra di nervi. Però mi sono detto che un treno del genere, a una sola vota nella vita e allora, ho lasciato che fossero i due più short di me a prendersi qualche rischio. So che che questa situazione di semi-ività mi poteva costare cara, ma volevo a tutti costi arrivare al tavolo finale. Che bello. Adesso lo posso dire sono un November Nine."

Fra quattro mesi l'azzurro tornerà come short del tavolo a quota 6.200.000 chips, poco più di 12 big blinds. Ma la cosa non sembra spaventarlo ulteriormente. "Ho giocato a lungo da short in questa settimana. Non ho certo paura di farlo anche a novembre. Certo so che sarà durissima, ma in 4 mesi possono cambiare tante cose e tutto si può rovesciare in poco tempo. I final table degli ultimi anni stanno li a dimostrarlo. Senza dubbio sono orgoglioso di essere li a rappresentare il mio paese e giocherò con il tricolore."

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La batteria del suo telefono lo sta per abbandonare, ma Federico ci tiene a ringriaziare. "Un grazie di cuore a tutti quelli che mi hanno seguito, a voi giornalisti del settore che mi avete dato una spinta in più. Non so cosa mi riserverà il destino a novembre. Adesso però sono dentro a un bellissimo sogno e voglio rimanerci a lungo."  Un sogno che abbiamo vissuto anche noi con il cuore in gola e dal quale non vogliamo certo svegliarci adesso. Caro Federico il grazie più grande va sicuramente a te.

 

Claudio Poggi

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