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Doug Polk: "Termina la mia carriera. Non giocherò mai più." 2igm

Doug Polk alle ultime WSOP (Pokernews & Katerina Lukina)

Nella notte appena trascorsa potrebbe essersi consumato un addio molto importante, per il mondo del poker: quello di Doug Polk. Visti i precedenti con altri colleghi il condizionale è però d'obbligo, perché già altre volte abbiamo assistito a clamorose retromarce. Quello di Doug sembra tuttavia un addio vero e proprio. Leggete voi stessi cosa ha pubblicato su Twitter, dopo l'uscita dal day 2AB del Main Event WSOP:

"Sono fuori, ho sbrodolato le mie chips rimanenti. Non riesco più a giocarci, a poker, giocare mi dà una brutta sensazione di ansia e quando sono lì l'unica cosa che voglio è andarmene. L'unico motivo per cui ho giocato quest'estate è stato il non voler deludere voi ragazzi. Non giocherò più, chiedo scusa a tutti."

I perché della scelta 711i4n

Queste le parole di Doug Polk che, visto il personaggio, sembrano sincere e per nulla nate dall'amarezza dell'eliminazione. Anzi, fanno riecheggiare in testa ciò che dichiarò lo stesso 31enne californiano lo scorso anno. In un certo senso verrebbe da dirsi "Ma come, non aveva già annunciato di smettere lo scorso anno?" ma a dire il vero i due annunci sembrano complementari. Nel primo annunciava la fine della sua attività di giocatore professionista, non disdegnando future apparizioni in occasioni importanti. Stavolta la sua sembra una vera e propria "allergia" sopraggiunta, che gli impedisce di giocare anche solo per divertirsi.

Come era lecito attendersi, sotto al suo post si è scatenato un inferno di risposte, la maggior parte delle quali sono attestati di stima, da follower anonimi ma anche da molti colleghi pro come ElkY, Matt Glantz e l'ex campione del mondo Pius Heinz. Il tedesco gli ha risposto "Mai dire mai, amico. Io mi sono sentito esattamente così per più di tre anni, invece ora mi diverto di nuovo a cimentarmi di tanto in tanto."

Alla richiesta di maggiori spiegazioni da parte di un follower, Doug risponde così: "Penso sia la combinazione di un po' di cose. Non saprei dirti se si tratti più del non voler più studiare o giocare, del bisogno di vincere, della delusione per quando perdi, o del fatto che non mi importi nulla degli stake scelti. Ma il risultato è che non sono più in grado di giocare decentemente, a nessun livello".

Qualcuno gli chiede persino se ciò sia in qualche modo un segno che il poker stia per finire, ma su questo Doug la pensa diversamente: "Non credo che il poker finirà, penso sia e continui a essere un gran bel gioco. Ma io ne sono fuori, tutto qui."

Quanto vale il personaggio Doug Polk 3h1u3l

Che gli si creda o meno, l'addio di Doug Polk significa la perdita di un personaggio a suo modo unico. Da giocatore ha vinto molto, moltissimo, ma l'importanza della sua figura esula dai profitti veri o presunti generati al tavolo. Polk è stato un personaggio di estrema rottura, con un certo modo di intendere il poker. Ha portato l'irriverenza a valore mediatico perfettamente pianificato e controllato, costruendosi una figura di "anti-sistema" che gli ha permesso di avere un pubblico enorme di fan. I suoi contenuti video sono sempre stati non solo ottimi tecnicamente, ma anche e soprattutto sotto il profilo autoriale. I suoi video erano una via di mezzo tra un coaching tra i migliori possibili, e la brillantezza di uno "stand up comedian". Anche per questo ha sempre avuto ammiratori ma anche hater, poiché l'approccio che ha scelto era profondamente divisivo e ciò, in qualche modo, si è ripercosso anche su Doug stesso.

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Lui ha dimostrato come un giocatore di poker, con abilità mediatiche e manageriali, può riuscire a monetizzare in diversi altri modi, e non solo al tavolo. Da Twitch alla scuola di coaching, fino alla nuova avventura nelle cryptovalute, Polk ha avuto successo quasi in tutto ciò che ha fatto, riuscendo ad allargare costantemente la propria fan base.

Che tu mantenga o meno il tuo proposito, grazie di tutto, Doug.

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Domenico Gioffrè

Domenico Gioffrè 425e58

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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