Eccoci qua a scrivere due righe dall’altra parte del mondo. Mi trovo a Macau, la Las Vegas asiatica. Le statistiche parlano chiaro, i 26 casinò di Macau hanno superato nel 2006 il giro d’affari della capitale del gioco americana, e questo ha veramente del sorprendente.
La curiosità di vedere questa città era talmente elevata che non ho certo aspettato molto, non appena ho saputo di questo torneo APPT (Asia Pacific Poker Tour) ho deciso di partire. Pokerstars spera di replicare il successo ottenuto con gli EPT in Europa, e penso che non sarà molto difficile, considerando il bacino d’utenza asiatico. Il torneo (2.500 $ di iscrizione) è la scusa ufficiale per affrontare 12 ore di volo ed aggiungere un altro continente visitato 🙂
Essendo il torneo della durata di tre giorni, ho provveduto ad organizzare un viaggio un po’ più sostanzioso!! Mi fermerò 3 settimane totali, visitando oltre a Macau e Hong Hong anche la Thailandia, per una meritata vacanza.
Le prime impressioni su Macau sono purtroppo negative. Mi aspettavo di vedere una città piena di Casinò sfarzosi e lusso ovunque. In realtà il confronto con Las vegas la vede nettamente perdente. Tranne i casinò appena costruiti da ditte americane (vedi Wynn e MGM) i casinò minori sono vecchi e abbastanza tristi. Certo, anche i giocatori cinesi non aiutano ad aumentare la bellezza del posto, ci fosse uno che si salva o qualche ragazza un po’ carina... il nulla!!
Parlando di torneo... devo dire che anche se sono uscito al 7imo livello del primo giorno, ho pochi rimpianti su come ho giocato. Il livello era terrificantemente basso. Il 70% dei giocatori era qualificato tramite PokerStars e la maggior parte di questi puntava solo ad arrivare a fine giornata per poter raccontare la propria esperienza. Nessuno in grado di mettere pressione e tutti estremamente ivi. I giocatori migliori da affrontare!! Nonostante ciò, all’inizio del terzo livello (10.000 di partenza, bui 75-150) mi sono ritrovato con 2000... Cercando di accumulare chips contro questi giocatori molto chiusi, sono entrato in molti piatti, ma le carte non hanno cooperato, e ho perso parecchie fiches con vari tentativi e un bluff non riuscito con 42s...vaaaa beeenee.
Non mi sono certo demoralizzato e al livello 7, con un solo showdown in tutto il torneo, ero seduto con 25.000. Ho perso il numero di raise preflop fatti e ormai non vi dico i commenti che facevano i giocatori al tavolo. Tantè che per 4 ore non ho ricevuto nessun call e ho continuato a rilanciare il 50% delle mani preflop, ricevendo tantissimo rispetto, o meglio, nessuno aveva voglia di mettere a rischio le proprie chips se non con delle mani moster preflop (AA e KK)...
A metà del livello 7, finalmente, sono arrivate anche delle carte decenti per me ed ero pronto a sfruttare l’immagine ultra loose che mi ero costruito nelle ore precedenti. Purtroppo le cose non sono andate come mi aspettavo!!
Prima mano. Con i bui 300-600 e ante 75, faccio 1.650 UTG con AK, un ragazzo finlandese (l’unico che sembrava un po’ attivo) controrilancia a 5.000 e giocava per altri 6.000. Non mi lascio pregare molto e decido di andare allin, pensando in uno suo tentativo di farsi rispettare con una mano non fortissima. Poi si sa, AK vale più di AA per un torneista e quindi era abbastanza confidente. Lui non ci pensa molto e chiama con JJ... perdo il coinflip e mi ritrovo con 12.000 circa.
Due mani dopo sono sullo Small Blind e mi trovo con AA. Foldano tutti al giocatore più tight del tavolo, che nonostante avesse giocato circa 4 mani in 7 ore si trovava a 20.000 avendo raddoppiato con AA vs KK. Questo limpa e io in tutta risposta faccio 2.500, come avevo fatto più volte sulla debolezza dei limpers. Lui ci pensa poco e chiama. Flop K-3-7 senza tentativi di colore. Non ero spaventato da nulla e già pregustavo un gustoso raddoppio. Faccio timidamente 1.500 e lui in tutta risposta fa 5.000. A questo punto sono sicuro di essere davanti. Con che mano può aver limpato e poi aver chiamato un mio raise pesante? Non con molte mani, escludo 37, K3, e K7 ovviamente anche KK e AK, dato che avrebbe rilanciato.
33 e 77 sono mani possibili, ma non mi avrebbe rilanciato forte con set al flop e su un board che non spaventa, lasciandomi rovinare successivamente. Non ci penso molto e controbilancio allin. Lui chiama subito girando 33…opssss. Un’ottima lettura e sono fuori dal torneo 🙂
Al di fuori del torneo, purtroppo, non c’è molto da fare. C’è un solo tavolo cash game 6-12NL. Un tavolo elettronico, dove ci si siede con altre persone, però al posto delle carte si gioca con dei monitor davanti. Molto carino e veloce, ma sempre molto affollato. E’ divertente ogni tanto staccare dall’online e conoscere di persona altri giocatori.
Ho avuto il piacere di conoscere il recente vincitore del torneo di Aruba, tal Travis Rice (800.000 di primo premio), ragazzo veramente simpatico che mi ha pure preso un millino...malefico..tra un discorso e l’altro, ovviamente, ho cercato di convincerlo che con i tornei non si fanno soldi…lloool…e che ha già dato tutto con quella vincita!!
Per concludere faccio i doverosi complimenti a Luca Carlone per il suo piazzamento qui a Macau e dopo questa esperienza sono pronto a pregustarmi due settimane di pausa dal poker, dato che una meritata vacanza fa sempre bene.
Al mio rientro ci saranno parecchie novità. Prima tra tutte, il trasferimento a Londra!! I prossimi aggiornamenti del blog penso li ricevete da li.
Ciauz
Ema