Osservando il payout del final table del PokerStars Open Campione, la domanda da parte di molti curiosi e attenti osservatori sorge spontanea: i finalisti quanto dovranno pagare di tasse all’Erario dei rispettivi paesi nei quali sono residenti? Che tasse vengono applicate alla fonte? E il casinò quanto paga sulla rake incassata? Cerchiamo di fare chiarezza.
In questo Articolo:
- 1 I finalisti del PokerStars Open hanno degli obblighi dichiarativi in materia fiscale?
- 2 Lo status fiscale del vincitore Adrian Sorel State
- 3 La sentenza Blanco Fabretti e della legge n.122 del 23 luglio 2016
- 4 Il giallo: Manel Sala per la legge spagnola è considerato un professionista?
- 5 Come funziona la tassazione nei casinò dell'Unione Europea per i poker pro
- 6 PokerStars Open: le tasse del casinò di Campione, dei dealer e degli organizzatori
- 7 Quante tasse pagano i casinò italiani sulla rake e per i tavoli da poker?
I finalisti del PokerStars Open hanno degli obblighi dichiarativi in materia fiscale? 3hz16
Al final table, tutti i players sono residenti nell’Unione Europea e nello Spazio economico europeo, ad eccezione del vincitore Adrian Sorel State che è residente in territorio extra UE, a Manchester, visto che a seguito di Brexit, UK non è più nell'Unione.
Tutti i residenti fiscali nei paesi dell'Unione Europea sono esenti da qualsiasi obbligo dichiarativo. In poche parole non devono versare alcuna tassa all’Erario. Per via del Principio (contenuto nei Trattati) del Divieto di Doppia Imposizione, non sono tenuti a pagare nulla.
Per l'ordinamento italiano e secondo i giudici europei, la logica è che hanno già pagato sui buy-in – in teoria – una quota della rake destinata all’Erario (anche se vedremo che per quanto riguarda i casinò terrestri e gli organizzatori funziona in modo differente rispetto all’online). Nel Main Event hanno pagato 100 euro di rake sul buy-in e quella rake sarà fatturata dal casinò (o dagli organizzatori) e quindi tassata. Inoltre i giocatori hanno pagato anche una fee per i dealer pari al 4% del montepremi totale.
I poker players sono esentati in base alla sentenza Blanco-Fabretti della Corte di Giustizia Europea del 2014, recepita in Italia anche da una legge ordinaria dello Stato ("Legge di adeguamento degli obblighi comunitari del 2016) che ha posto fine, di fatto, all’inchiesta "All In" portata avanti dall’Agenzia delle Entrate.
La sentenza naturalmente è valida per tutti i residenti fiscali europei.

Lo status fiscale del vincitore Adrian Sorel State y1040
Il vincitore Adrian Sorel State è di nazionalità rumena ma vive stabilmente a Manchester. Essendo residente in Gran Bretagna (anche se è extra UE) non avrà alcun obbligo dichiarativo a suo carico, perché in UK le vincite derivanti dal gioco sono esenti da tasse. Quindi potrà incassare tutti i 363.000 euro puliti.
A rigor di logica questo ragionamento fila liscio, nella realtà, se vogliamo essere puntigliosi, il sistema fiscale britannico (come quello maltese) ha un concetto diverso di "domicilio" e "residenza fiscale". Per i britannici la residenza fiscale richiede ulteriori requisiti, richieste maggiori indici di stabilità (per esempio vivere da più di 10 anni in UK, essere sposati con una cittadina britannica è un altro esempio, oppure avere una casa di proprietà). I britannici hanno un concetto differente di domicilio e residenza , rispetto alle leggi degli Stati Europei. Per esempio per il sistema italiano, per essere residente fiscale all'estero devi semplicemente vivere 183 giorni almeno all'anno nel paese di residenza in modo stabile e devi provarlo.
Non conosciamo nel dettaglio la condizione di Adrian Sorel State, ma anche nell'ipotesi che non fosse ritenuto per i britannici residente, sarebbe comunque un cittadino europeo e quindi esentato dal pagare tasse sulle vincite.
La sentenza Blanco Fabretti e della legge n.122 del 23 luglio 2016 1m4934
Gli italiani, i tedeschi, si e i residenti della Repubblica Ceca sono sotto l’ombrello protettivo non solo della sentenza Blanco-Fabretti ma anche della legge italiana. Quindi Giorgio Soceanu, Barnaba Perone e tutti gli azzurri che sono andati a premio nell’evento, non hanno problemi in vista della dichiarazione dei redditi. Questo il payout del tavolo finale del PokerStars Open Campione:
POSIZIONE FINALE | GIOCATORE | NAZIONE | PREMIO |
---|---|---|---|
1 | Adrian-Sorel State | Romania | 363.000€ |
2 | Giorgio Soceanu | Italia | 225.200€ |
3 | Barnaba Perone | Italia | 160.880€ |
4 | Manel Sala | Spagna | 123.760€ |
5 | Salvatore Russo | Italia | 95.190€ |
6 | Jakub Sterba | Rep. Ceca | 73.210€ |
7 | Gaspare Sposato | Italia | 56.330€ |
8 | Andreas Putz | Germania | 43.340€ |
9 | sco Legnaro | Italia | 33.320€ |
In base alle loro residenze, i premi dei 9 finalisti sono esenti da tasse. L'unica eccezione riguarda Manel Sala, la sua posizione è controversa per via della legge spagnola.
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Il giallo: Manel Sala per la legge spagnola è considerato un professionista? k5s4y
Un problema differente è quello del player spagnolo Manel Sala. La sua posizione merita di essere analizzata essendo residente in terra iberica.
Dal 2023, il Ministero delle Finanze spagnolo ha emesso una circolare che riconosce e equipara i poker players e i giocatori di scacchi con gli atleti e sportivi professionisti che sono tenuti a pagare le tasse sulle vincite e i proventi da sponsor.

Sono tenuti quindi obbligati a rispondere al fisco di Madrid per un’aliquota sulle vincite lorde che varia dal 19% al 24% a seconda del reddito dichiarato. E sia chiaro: non sono deducibili le perdite di gioco, quindi una vera mazzata.
La posizione del fisco iberico 1i4nb
La prima domanda da farsi è: Manel Sala è un professionista del poker? A noi non risulta, non è un pro ma un giocatore occasionale ma questo suo status dovrà essere provato all’Agenzia fiscale spagnola. Inutile dire che dal 2023 i giocatori iberici stanno vivendo una condizione non proprio ideale. Molti si sono trasferiti all'estero ed è chiaro che alcuni dovranno are dai Tribunali per vedere applicata la sentenza Blanco-Fabretti.
Oltretutto, apriamo questa parentesi che non c’entra con il torneo di Campione d'Italia. Il fisco iberico pretende che vengano pagate le tasse sulle vincite non solo dai residenti spagnoli, ma anche dai giocatori professionisti di altre nazionalità che hanno fortuna di incassare da un torneo o un tavolo di cash game in un casinò iberico. E la tassazione varia sempre dal 19% al 24% per i residenti dell’Unione Europea o che si trovano nello Spazio Economico Europeo e del 24% secco per i residenti extra UE. Un sistema non in linea con la giurisprudenza della Corte UE.
Per questa ragione, alcuni noti professionisti, nel 2024 hanno disertato l’EPT Barcellona.
Come funziona la tassazione nei casinò dell'Unione Europea per i poker pro 176d3g
Ritornando al PokerStars Open, in ogni caso, per la legge ordinaria italiana, la legge n.122 del 23 luglio 2016, recante "Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione Europea", qualsiasi residente in Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo è esentato da obblighi dichiarativi se matura vincite in un casinò dell'Unione. E lo stesso vale per i poker pro negli altri casinò europei, in virtù della Sentenza Blanco-Fabretti della Corte di Giustizia. Per questa ragione, il sistema spagnolo fiscale è ritenuto non in linea con la giurisprudenza europea e i giocatori spagnoli hanno la possibilità di essere assolti in giudizio di fronte alle corte tributarie.
Essendo tassati alla fonte (una % della rake versata dal Casinò vedremo in che modo), per il Principio europeo di Divieto di doppia imposizione, qualsiasi giocatore è esentato. Per i giocatori Extra UE dovranno vedersela con il sistema fiscale e le regole contributive del loro paese di residenza. C’è anche la variabile delle convenzioni fiscali bilaterali tra Italia e il paese di origine che disciplinano i “redditi diversi” (le vincite a poker sono considerate così).

PokerStars Open: le tasse del casinò di Campione, dei dealer e degli organizzatori 4o353g
Abbiamo esaminato la posizione dei players, analizziamo la parte più complessa. Innanzitutto, abbiamo fatto due conti sulla rake incassata durante il PokerStars Open: quella del Main Event è stata di 242.300 euro. C'è stata anche un'altra particolarità: il 4% del montepremi finale di €2 423 000, pari a €96 920 è stato registrato come dealer fee. In poche parole i compensi dei dealer, i quali dichiareranno i loro compensi in base al loro regime fiscale e paese di residenza (in questo caso non parliamo di vincite ma di proventi derivanti da una prestazione) e al regime contributivo.
Chi incassa la rake? I vari tipi di accordi 6i71h
Premettiamo che non conosciamo quali fossero gli accordi tra il Casinò di Campione d'Italia e le aziende di Flutter (Sisal e PokerStars sono di proprietà della multinazionale irlandese). Quindi non sappiamo chi abbia effettivamente incassato la rake o come sia stata ripartita tra organizzatori dell'evento e sala da gioco.
Ed è normale che sia così, i deal sulla riservatezza non ci permettono di conoscere gli accordi, ma non è mai così scontato, nelle dinamiche tra sale e promotori, che alla fine la rake venga incassata dal casinò ospitante. Ci sono diverse eccezioni.
Vi faccio un esempio di un’informazione certa in mio possesso: parecchi anni fa fu disputata una doppia tappa EPT al Casinò di Portomaso a Malta (la prossima di ottobre sarà organizzata in un’altra location sempre a San Giuliano ma all’Intercontinental-Casinò Malta).
Nel 2014 gli accordi furono che PokerStars incassava la rake sia dei tavoli di cash game e dei tornei (mettendo a disposizione i suoi dealer) e pagava l’affitto per il centro congressi dell’Hilton e le sale del casinò. Alla sala conveniva comunque (registrarono incassi record ai tavoli di blackjack, roulette e alle slot). Un accordo che è stato un affare per entrambe le parti.
Questo dettaglio e retroscena per farvi capire che possiamo ragionare solo nel campo delle ipotesi ma nulla è scontato.
Quante tasse pagano i casinò italiani sulla rake e per i tavoli da poker? 3f6857
Ragioniamo sull'ipotesi che la rake sia stata incassata dal casinò che dovrà dichiararla al fisco italiano. Non siamo esperti di fiscalità delle sale da gioco terrestri, si tratta di una materia molto complicata e scivolosa, visto che i casinò sono municipali e spesso hanno delle agevolazioni e alcune imposte dipendono da regolamenti del Comune d'origine. Però, tutte operano con una licenza di gioco riconosciuta dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, quindi hanno anche regole comuni. Cerchiamo di scoprirle insieme.
Il costo delle licenze dei casinò terrestri 5140b
Prima di tutto ci sono i costi delle licenze che sono variabili in base al numero di tavoli e di giochi e dell’ubicazione dei casinò (Venezia è diverso da Campione, ha parametri differenti). I casinò terrestri hanno anche dei costi fissi in base alla licenza in base alle direttive : un tavolo da roulette o da poker presenta costi per 18.000 euro all’anno, per una slot machine 350 euro al mese.
• La rake derivante dai tavoli da gioco verrà tassata in modo indiretto: è fatturata dai casinò che le registreranno come ricavi lordi. A fine anno, se la sala da gioco è in profitto dovrà dichiararlo al fisco.
Ma c'è di più: in genere i casinò municipali hanno una convenzione con il comune di competenza. Sono tenute a garantire una % dei loro profitti come contributo alla comunità. Ed è stato questo dettaglio che, in ato, ha mandato broke (in realtà la dichiarazione di fallimento è stata poi revocata) il Casinò di Campione. Molti casinò italiani hanno per anni avuto conti disastrati proprio perché obbligati a versare al comune o alla regione (nel caso di Saint Vincent) contributi per milioni di euro.
L'imposta sul reddito delle società (IRES) 1v6y4z
Come detto la rake finisce nel fatturato dei casinò terrestri che sono tenuti a pagare sui profitti l’imposta sul reddito delle società (IRES). L’aliquota è del 27,5% ma Campione d'Italia, essendo enclave italiana nel Canton Ticino in Svizzera, ha una tassazione agevolata che prevede (in base al D.L. n. 34/20 art. 129 ) una riduzione al 50% delle imposte sui redditi (IRPEF e IRES) e dell’IRAP per le persone fisiche e le società che risiedono o sono iscritte alla camera di commercio di Campione d’Italia. L’agevolazione ha una durata di 5 anni ed è probabile che, a seguito della riapertura della sala, il casinò goda di tali agevolazioni seppur limitate nel tempo.
Inoltre esiste un’agevolazione del 30% per i redditi diversi rispetto a quelli tipici d' impresa.
I casinò italiani devono pagare l'IVA? 2481c
In tema di imposta sul valore aggiunto (IVA) è un’imposta generale sui consumi di beni e servizi. L’aliquota è del 22%. Gli operatori dei casinò terrestri italiani sono esenti dal pagamento dell’IVA sui proventi del gioco d’azzardo, ma devono pagare l’IVA su altre attività (ad esempio la vendita di cibo e bevande nel casinò). Ma tutto ciò non riguarda Campione che – in base all’ art. 7, co. 1, lett. a) del PDR n. 633/72 – è un territorio che non rientra nella disciplina IVA (tradotto, l’IVA è a zero).
Tasse sulle scommesse nei casinò 381l4c
Sempre legata alla licenza è una tassa che viene calcolata sulle scommesse effettuate dai players nei casinò tradizionali terrestri. A seconda del tipo di gioco viene applicata una aliquota che può variare dal 3% al 25%. L'importo viene trattenuto dal casinò sulla scommessa (alla fonte). La sala da gioco si comporta come sostituto d'imposta, come avviene nell'online.