Al PokerStars Open di Campione del mese scorso, c'era un personaggio che ha attirato la mia attenzione per un dettaglio solo apparentemente marginale: non avevo mai visto né mai sentito parlare di Salvatore Russo, né live né online, eppure si muoveva con disinvoltura da veterano in un torneo che spostava cifre notevoli.
La spiegazione è arrivata parlando con lo stesso Salvatore, la cui storia è di quelle da conoscere assolutamente.
In questo Articolo:
Salvatore Russo, da educatore a poker pro grazie al... Covid 4l5345
Salvatore Russo ha 31 anni e viene da Rossano (Cs), ma da quando aveva 23 anni vive a Modena. "Dopo il Liceo Scientifico, feci un corso per OSS a Cosenza e presi la qualifica di educatore, così mi trasferii a Modena dove viveva già mia sorella."
Il poker, allora, non era minimamente nella sua sfera di interessi. "Non avevo idea di nulla, al massimo facevo qualche partita a Natale con gli amici. Quando sono venuto a lavorare al nord e a vivere da solo, avevo creato un di gioco che usavo ogni tanto nel weekend: quando non avevo voglia di uscire, caricavo qualche decina di euro ma così, sapendo a malapena le regole".
E poi arriva il Covid.
"Sì, tutto cambiò con il Covid perché non si poteva uscire e tutti si riversarono a giocare a poker online. Nel frattempo, la mia indole competitiva mi aveva aiutato a migliorare nel gioco, ma è durante questo periodo che mi resi conto che c'era chi vinceva regolarmente. Così, contattai uno di quelli che vedevo vincere più spesso, Eugenio Sanchioni, per chiedergli del coaching. Lui mi rispose che in quel momento non ne faceva, ma mi indirizzò da Emiliano Conti. Emy mi avvisò che il mio abi era un po' troppo basso, ma comunque comprai un pacchetto e furono soldi molto ben spesi...
Da allora iniziai a giocare in maniera sempre più sensata, facendomi seguire da diversi altri coach e scuole e, nel frattempo, continuavo con il mio lavoro di educatore."
La scelta di mollare il lavoro 6ia6e
Immagino che il tuo lavoro non fosse molto facile da combinare, con quello di torneista online.
"Infatti, avevo iniziato da pochi mesi con la scuola di Antonio Asaro, ma dopo l'estate dovevo tornare a scuola e mi resi conto che le due cose non erano più compatibili. Per continuare a studiare e migliorarmi avevo fatto molti sacrifici, ma mi era difficile farlo mantenendo anche il lavoro diurno, e soprattutto QUEL lavoro."
Cosa intendi?
Fare l'educatore significa avere a che fare con bambini e ragazzi dai bisogni speciali, è qualcosa che richiede anche una certa fisicità perché alcuni diventano violenti, ma soprattutto è qualcosa che ti assorbe moltissimo da un punto di vista emotivo. Hai a che fare con un'umanità ferita, in difficoltà e con patologie a volte rarissime. Mi è capitato di assistere un bambino a cui mancava metà calotta cranica e da nutrire con la siringa, un altro che aveva 18 cromosomi e una cartella clinica che a leggerla mi veniva da piangere.
Quindi scegliesti il lavoro
"In quel momento, scelsi di continuare a fare il mio lavoro "standard", continuando a giocare in autonomia quando era possibile. Però, dopo un po', fai alcune riflessioni. Il lavoro di educatore è impegnativo come la gente non può immaginare e molto gratificante da un punto di vista umano. Vedere un bambino che quando avevo iniziato a seguirlo era estremamente violento e aveva fatto rinunciare tre educatori, e dopo un anno appena mi vedeva mi abbracciava, è qualcosa che non si può spiegare adeguatamente con le parole. Dall'altra parte, però, è un lavoro che ti chiede tantissimo ma ti paga poco, per quello che fai e che dai. Così, a un certo punto ho preso la decisione di dimettermi volontariamente e provare a fare il giocatore di poker professionista.
Le cose sono andate bene, da qualche anno sono entrato nell'accademia di Domenico Lando, con cui ho continuato a crescere ed è con loro che sono venuto su a Campione. Il Main del PokerStars Open era il primo 1.100€ che giocavo in vita mia."

Il bluffone 14 left al PS Open Campione e la spiegazione di Salvatore 5m3z1n
Qui devo interrompere il racconto di Salvatore Russo, per raccontarvi a mia volta la mano che mi ha fatto notare il suo talento. Siamo 14 left al PokerStars Open Campione, torneo che ha avuto 2.423 paganti e che ha segnato il grande ritorno del poker live in uno dei casinò più amati dagli italiani. I 14 giocatori sono disposti su due tavoli e, a quello non televisivo, mi imbatto in questa mano poi raccontata sul nostro blog.
Su blinds 60.000/120.000 BB ante 120.000, apre il rumeno Petre Ionescu a 250.000 da bottone. Salvatore Russo decide di difendere il suo big blind e si va al flop 5 3 2 , su cui il calabrese esce in donkbet per 250.000. Ionescu chiama e si va al turn, che è una q . Salvatore Russo continua con la sua linea, uscendo in puntata per 375.000 e il rumeno fa ancora call.
Il river è un 10 e, su piatto da 1,8 milioni circa, Russo manda resto coprendo l'avversario. Ionescu ci pensa per diversi minuti, poi folda. A quel punto, Salvatore Russo gira il suo bluffone con k 7 !
Stiamo parlando di un giocatore, al suo primo live con buy-in a tre zeri, che gioca per cifre davvero importanti: 363.000€ era il primo premio, 17.820€ la cifra già virtualmente in tasca con una "bollina" da 3.560€ tra 14° e 13° classificato.
"Il mio coach Domenico Lando mi ha criticato perché quel bluff sarebbe stato meglio farlo con un blocker di scala, ma è uno spot che giocherei sempre così. Lì ho una frequenza di difese molto alta, gioco circa 60x e se perdo vado a poco meno di 40. Non è che non sposti nulla, ma la pressione ICM è tutta su di lui che è 23x ed è su quella che gioco. Anzi, visto il suo stack e la sua pressione ICM, se ipoteticamente qui difenderei il 40% del range, posso anche aumentare al 60%. Ho bettato appositamente per creare circa una PSB al river e quando shovo lo metto in grande difficoltà perché lì ho tutte le scale e tutti i set e lui deve foldare gran parte dell'eventuale valore che ha, compresa qualche rara Q."
Il segreto di Salvatore Russo 241qq
La cosa più impressionante di questa mano è la disinvoltura con cui Salvatore Russo gioca questo spot in late stage di un torneo live che farebbe tremare i polsi a qualunque esordiente a questi livelli. La domanda è perciò d'obbligo.
Come hai fatto a giocare con questa serenità in late stage al tuo primo live importante?
"La risposta è in quello che ti ho raccontato. Nel periodo in cui di giorno facevo l'educatore e la notte giocavo online, ho attraversato momenti particolari. Magari venivi fuori da una notte in cui ti avevano scoppiato male in late stage, poi la mattina alle 8 ti ritrovi con un bambino che deve fronteggiare queste sofferenze assurde, qualcosa a cui cerchi un motivo ma non lo trovi. Però ti rendi conto che quella è la vita vera, che tanta gente si ostina a non voler vedere ma è qualcosa che esiste così come esistono i supereroi, e sono questi esserini con le loro famiglie.
Vedere tanta sofferenza mi ha segnato moltissimo da un punto di vista personale, ma dal punto di vista del poker è stata paradossalmente un aiuto perché mi ha permesso di viverlo con leggerezza. Qualsiasi swing possa capitarti sono sempre soldi ed è sempre solo un gioco di carte, mentre là fuori è un vero inferno. "
Immagini di Salvatore Russo - courtesy Manuel Kovsca & RHL