Le altre tre mani di alto valore sono QQ, JJ e AK. Le due coppie rappresentano rispettivamente la terza e quarta miglior starting hand nel Texas Hold’em.
Partono favorite contro tutte le coppie più basse ed anche nei confronti di AK. Quest’ultima, invece, domina mani come AQ, AJ e KQ con vantaggio di 3 a 1 per la vittoria finale.
Dopo questa breve introduzione, andiamo ad analizzare nel dettaglio tutti i gruppi di mani che abbiamo consigliato nel precedente articolo.
Categoria 1 (AA, KK)
Con queste starting hand potete rilanciare e 3-bettare da ogni posizione. Qualcuno potrebbe essersi vantato con voi di aver foldato una coppia di Kappa in chissà quale arcana situazione, ma non prestategli alcuna attenzione. Se vi capita la possibilità di mettere tutte le chips nel piatto direttamente pre-flop allora non esitate neanche per un istante.
Allo stesso modo, qualcuno può avervi raccontato di come ha provato ad estrarre il massimo valore con una coppia d’Assi puntando poco su ogni street: bene, questa è la giusta ricetta per creare un disastro. Giocate in questo modo e vi capiterà spesso di ricevere una bad beat di cui lamentarvi con gli amici. Offrire ad un avversario le giuste odds per seguire un draw, e poi chiamare la sua puntata quando ha chiuso il progetto, è davvero il peggio che possiate fare.
Cercate di mettere pre-flop almeno il 30-35% delle vostre chips e poi sparate il resto sulle prime tre card del board a prescindere da quali esse siano. Se vi ritrovate coinvolti in un piatto multi-way con AA nelle prime fasi di un torneo, prestate invece cautela post-flop. Puntate la size del piatto e se trovate il call e poi un check al turn, allora checkate dietro. Se siete i primi a parlare, andate di check/call. Se l’oppo betta sul river, chiamate solamente e non rilanciate.
Una coppia d’Assi è una mano davvero difficile da foldare, per cui cercate di non immischiarvi con essa - nell’early stage di un evento – in situazioni in cui potreste ritrovarvi a dover prendere una decisione difficile per tutte le vostre chips. Tenete il piatto basso!
Più avanti nel torneo, quando le ante sono entrate in gioco e il vostro CSI sarà sceso di valore, i pocket aces potranno essere giocati in maniera decisamente più aggressiva post-flop. Raramente vi troverete contro più di un avversario e la vostra coppia sarà probabilmente la migliore sulle prime tre community card.
Alcuni esempi pratici:
- Ricevete a a in middle position e con bui 100/200 avete uno stack di 4.900. Rilanciate a 600 e il player da bottone 3-betta fino a 1.800 con 6.100 chips a disposizione. Come dovreste comportarvi? Contate mentalmente fino a 20 e poi andate all-in. Nello stesso spot potreste vedere qualcun altro limitarsi ad un flat-call, ma dopo aver chiamato per gli altri 1.200, con 3.700 ancora dietro e con 3.900 già nel piatto, pushate e basta. Chiamando il re-raise e con l’altro che può aver 3-bettato con QQ, l’action potrebbe freezarsi se sul board arriva un Asso o un Kappa. Shovate senza indugio e di solito verrete chiamati con KK, QQ, JJ o AK.
- Da posizione di cutoff e con bui 100/200 e stack di 4.900, trovate k k nelle hole card. Un avversario da early apre di 600 - con stack di 5.300 - ed un giocatore tight chiama da middle position. Che fate? Andate all-in! Un raise pari all’entità del piatto sarebbe di 2.700, ossia il 51% del vostro stack, per cui meglio pushare direttamente. Se vincete soltanto il pot per 1.500 chips, avete aumentato il vostro stack di più del 30%. Inoltre, spesso almeno uno dei due giocatori farà call trovandosi a partire da dietro.