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Play Poker Like Pros - di Phil Hellmuth Jr 3k6n69

Phil Hellmuth ha raggiunto una notorietà senza precedenti nel mondo del poker. Non solo è stato il giocatore più giovane a vincere, alle World Series of Poker del 1989, “The Big One”, il torneo di texas hold-em no limit da 10.000 $ di buy-in, ma ha collezionato, nella sua carriera, una lunga serie di altre vittorie.

Molti di quelli che lo conoscono lo considerano sicuramente uno dei migliori giocatori al mondo e, quando non è impegnato in tornei, lo potete tranquillamente trovare ai tavoli high-stakes o sulla poker-room UltimateBet.com.

Con tutta l’attenzione che gli hanno dato, è ovvio che Hellmuth abbia deciso di condividere con tutti le sue conoscenze del gioco che più ama. Play Poker Like the Pros inizia subito con una infarinatura di concetti basi del Texas Hold’em e alcune prime nozioni di strategia. Vengono prese in esame un po’ tutte le varianti più giocate: dall’Hold’em limit a quello no-limit, dall’Omaha pot-limit all’Omaha high-low, ando poi per il Seven-card Stud, il Razz e il Seven-card Stud High-Low.

L’ultimo capitolo si occupa del gioco on-line. Il testo si conclude, poi, con alcune appendici cha spazione dall’elenco di tutti i possibili punteggi di gioco ad una lista dei più prestigiosi tornei di poker fino ad alcune considerazioni sull’emozioni che si provano giocando alle World Series of Poker. A parte questo, i consigli strategici di Hellmuth mi hanno lasciato piuttosto perplesso.

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Accanto a buone dritte, ci sono parti che proprio non condivido. Ma pensa veramente che un paio di 7 sia una delle mani migliori nell’Hold’em low-limit? Rilancereste voi con 77 al flop senza aver chiuso un set o senza avere la coppia più alta?
I suoi consigli sembrano poter essere applicati solo a tavoli con giocatori chiusi e ivi, dove basta un po’ di aggressività per ottenere buoni risultati. Forse probabilmente funziona meglio in un torneo no-limit che ad un tavolo 3$/6$. Un’altra cosa che non mi convince è il fatto che molti degli esempi proposti presuppongono che al river si arrivi solo è sempre contro un unico avversario.
Avrei preferito che affrontasse l’argomento in maniera più estesa, così da far sembrare più chiaro perche secondo lui, da un punto di vista strategico, ci si debba comportare in un certo modo piuttosto che in un altro.

Per quanto riguarda le strategie per le altre varianti, le informazioni sono spesso incomplete, e se dovessi metterle in ordine a seconda della qualità di quanto scritto allora la classifica sarebbe questa: Omaha High, Omaha High-Low, No-Limit Hold’em, Razz, Seven Card Stud e limit Hold’em. Non riesco, invece, proprio a categorizzare il suo capitolo sul Seven Card Stud High-Low. Play Poker Like the Pros sembra essere indirizzato verso la fascia di lettori con meno esperienza di gioco.
A mio avviso, però, mentre i principianti assoluti, dopo averlo letto e digerito, saranno giocatori migliori, coloro che invece avranno raggiunto un livello decente dovranno necessariamente dimenticare alcuni dei consiglio dati da Phil per non incorrere in tremende batoste.
In conclusione, ve lo consiglio o no? Diciamo di si ma con qualche riserva. Play Poker like the Pros può certamente aiutare a migliorare i giocatori più deboli e alcune parti, anche se incomplete, possono dare buoni spunti anche ai giocatori professionisti, ma condividere al 100% le idee di Phil mi viene piuttosto difficile.

Assopoker Team

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