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Le scommesse Underdogs: una ricerca prova che è più profittevole puntare sulle favorite, ma… 83k46

Abbiamo visto che nelle scommesse, in mercati molto deep, può esistere un limitato effetto liquidità ma che riguarda solo poche squadre (che godono di un numero importante di tifosi ed estimatori) e in competizioni con grosso seguito di pubblico.

Chi scommette non deve mai commettere l'errore di sottovalutare il lavoro dei quotisti.  In genere, la quota è un prezzo che esprime in maniera fedele la probabilità di uscita di un risultato.

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Jamie Vardy, simbolo del Leicester, squadra underdog per eccellenza fino a qualche mese fa

Quando le quote non riflettono le probabilità 222143

Ci sono solo rare eccezioni e la liquidità, in alcuni casi, può condizionare tali quote per una corretta gestione del rischio da parte delle società di betting.

Ad esempio, il bookmaker, pur avendo determinato alla perfezione la probabilità dell'evento, è troppo esposto su un segno e deve rivedere i propri parametri, per bilanciare e spostare i flussi sugli altri esiti. Ecco perché, in genere, sulle squadre favorite, le quote hanno la tendenza a schiacciarsi in prossimità dell'inizio del match, almeno prima della lettura delle formazioni ufficiali.

Non è però sbagliato ragionare anche su questo fattore: in genere sulle squadre che godono dei favori del pronostico, l'eccesso di flussi comporta un abbassamento della quota (diventa poco conveniente nel lungo periodo) così come - di conseguenza - le odds sulle underdogs potrebbero alzarsi e regalare value.

Payout 3a2ns

In genere l'obiettivo del bookmakers è quello di abbassare il payout, ovvero il ritorno in vincite degli scommettitori. Il payout medio si assesta intorno all'88%-90% e, di conseguenza, le quote sono condizionate da questo fattore.

L'obiettivo per gli allibratori è quello di massimizzare il profitto e bilanciare il rischio. Più un bookmaker è abile e più il payout è basso, ma dipende dall'abilità dei quotisti nel calibrare le quote e nel gestire i flussi.

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Diversi anni fa, alcuni esperti di betting ritenevano che le scommesse underdogs fossero profittevoli nel lungo periodo, perché i prezzi sulle squadre sfavorite erano "sovraquotati" mentre scommettere sulle squadre più forti avrebbe comportato perdite pesanti, per un semplice fatto: lo schiacciamento delle odds per via della liquidità.

Ricerca su 40.000 scommesse 625q2

Eppure queste prime statistiche furono smentite da una successiva ricerca: su una simulazione su 40.000 scommesse, emerse che puntare su squadre sfavorite in trasferta:

  • con quote maggiori di 3 comportava un payout medio dell'82% (perdita del 18%)
  • se la quota era maggiore di 5 il ritorno era del 76%
  • se la quota era maggiore di 7, il ritorno scendeva al 70%

Invece puntare sulla squadra favorita in casa garantiva:

  • con quota minore di 1,5, payout medio del 94%
  • se la quota è minore di 1,4 ritorno medio del 95%
  • se la quota è minore di 1,3 ritorno del 97%

Puntare sulla squadra favorita in trasferta:

  • con quota minore di 2 garantiva un ritorno del 98%
  • con quota minore di 1,8 arriviamo al 99%
  • con quota minore di 1,6 arriviamo al 106% (profitto del 6%).

Quindi, in base a questo studio, è evidente che in teoria sia più conveniente puntare sulle squadre favorite. Ma questa  ricerca presenta a nostro avviso un errore di fondo importante: non ha fatto una distinzione sulle quote che rispecchiano fedelmente le probabilità e quelle condizionate dall’effetto liquidità.

Chi sosteneva che vi fosse del valore nelle quote sulle underdogs partiva dal presupposto che quelle quote fossero sovrastimate per un effetto dovuto proprio alla liquidità. Ma questa simulazione ha messo tutto nel calderone .

Questo è un errore di fondo importante che andremo ad esaminare nel prossimo articolo sulle scommesse underdogs.

Luciano Del Frate

Luciano Del Frate 1q192h

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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