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Addio al Decreto Dignità: c'è l'ok per il ritorno della pubblicità sul gioco 723818

Dopo quasi sette lunghi anni, potrebbe essere giunta la fine del divieto totale di pubblicità al gioco. Almeno, è ciò che emerge dall'atto di indirizzo approvato oggi dalla Commissione Cultura del Senato.

Commissione Cultura del Senato approva la riforma per salvare il calcio 73125j

Stamani 5 marzo, infatti, la Commissione Cultura del Senato ha dato l’ok al documento contenente l’ipotesi di riforma globale del calcio, che comprende anche la revisione del divieto di pubblicità al gioco d’azzardo.

Verrebbe dunque modificato il Decreto Dignità, che dall’estate del 2018 ha istituito lo stop a qualsiasi forma di pubblicità, diretta o indiretta, a gioco e scommesse. Si tratta di un atto di indirizzo, che arriva dopo un lungo periodo che ha visto diverse audizioni con gli attori principali del settore (CONI, società come Juventus e Verona, legali esperti di diritto sportivo, associazioni di dirigenti sportivi etc) e dovrà trovare seguito in un decreto ad hoc.

Anche se al momento non è possibile conoscere tutti i dettagli, si tratta di una chiara vittoria del Governo ma anche di molte componenti delle istituzioni calcistiche, FIGC e Lega Calcio in testa.

Gabriele Gravina ne aveva fatto un punto del suo programma nelle recenti elezioni che lo hanno confermato al vertice della Federazione. Ma era il calcio in generale a richiedere da tempo questa mossa, visto che parliamo di un’industria in gravissima crisi da tempo. Una recente indagine della Gazzetta dello Sport aveva evidenziato la Serie A come un’azienda in uno stato di deficit strutturale, con perdite per 350 milioni, ricavi stagnanti e costi non adeguatamente tagliati, anzi in aumento.

A cosa servono i soldi delle scommesse 1p4t3v

Anche per queste ragioni, i circa 100 milioni di euro all’anno che il calcio italiano perde da quando esiste il divieto di pubblicità e sponsorizzazioni da aziende del settore gioco, sono diventati una sorta di problema da risolvere con priorità alta.

Il progetto di riforma contenuto nell’atto di indirizzo, firmato e portato avanti dal Sen. Paolo Marcheschi di Fratelli d’Italia,  prevede una serie di misure per rilanciare il sistema calcio.

La riforma ha vari obiettivi, che vanno dal risanamento finanziario del sistema, al rilancio dei vivai, alla rivalutazione della Serie A per farne nuovamente un prodotto da vendere bene, in Italia e all’estero.

Da questo punto di vista, i circa 100 milioni annui che le società di calcio incasserebbero dalle società di scommesse non bastano da soli, ma certo ad oggi la loro assenza contribuisce al grosso handicap competitivo del nostro calcio nei confronti dei top campionati nazionali europei, Premier League in testa, che i soldi delle sponsorship da betting non hanno mai smesso di incassarli, seppure anche al di là della Manica si sia convenuto verso un sistema virtuoso di autoregolamentazione.

Dal rilancio delle società e dei vivai a ovviamente anche quello della Nazionale. La mancata qualificazione agli ultimi due mondiali ha dato un po’ una sveglia anche alla politica, nella speranza che vengano azzeccate le giuste strategie. In tale ottica, sono previsti sgravi fiscali per le società sportive che investiranno in infrastrutture, in particolare per i settori giovanili.

Calcio, pubblicità e scommesse: cosa succederà adesso e il mistero dell'1% 6h56y

L’iter prevede adesso una serie di incontri, che avranno luogo nei prossimi giorni, tra il MEF, le istituzioni calcistiche e il Ministro dello sport Abodi, per definire meglio le misure in arrivo. Per quanto riguarda il ritorno di pubblicità e sponsorizzazioni, il progetto parla di “destinare almeno l'1 per cento del valore complessivo ad un fondo destinato alla costruzione di nuovi stadi e per l'ammodernamento di quelli vecchi”. Sullo sfondo, infatti, ci sono gli Europei di calcio del 2032, che l’Italia ospiterà insieme alla Turchia. I due paesi organizzatori dovranno garantire 5 impianti ciascuno per la manifestazione, ma se quelli della Turchia sono già pronti, i nostri sono ancora in alto mare.

Ma cosa si intende per “1 per cento del valore complessivo”? La ragionevolezza direbbe che si tratta dell’1% del profitto, ma il timore è che si intenda l’1% della raccolta complessiva. In quest’ultimo caso, si riproporrebbero forti problemi di sostenibilità del business.

Ma a questo si penserà più avanti, quando i dettagli della riforma saranno definitivi e resi pubblici. Oggi è il giorno in cui è giusto cantare vittoria.

Perché è una vittoria di tutti 4q5sz

E si canta vittoria non per insensibilità nei confronti delle persone e delle famiglie colpite da casi di gioco patologico, tutt’altro. Come già detto svariate altre volte, i problemi non si risolvono con il populismo né tantomeno con i divieti. Infatti, oltre 6 anni di Decreto Dignità non hanno minimamente migliorato la situazione delle patologie da gioco d’azzardo, a ulteriore dimostrazione che i ciechi divieti non risolvono i problemi o al limite li peggiorano, come nel caso del gioco illegale che ha beneficiato di questi anni di divieto totale di pubblicità, da parte del gioco legale.

Lo scrive a chiare lettere la Commissione Cultura, nel documento di approvazione: "La misura adottata ha ampiamente disatteso le aspettative del legislatore non risultando affatto efficace al contenimento dei fenomeni di ludopatia a fronte, invece, di una riduzione delle entrate per le società sportive che ha penalizzato il sistema calcio italiano rispetto al contesto europeo".

Stop alla disinformazione 4s134e

Ma un altro motivo di soddisfazione è la fine di un certo modo di diffondere disinformazione. Prendiamo una dichiarazione di oggi, proveniente dai parlamentari del Movimento 5 Stelle, che attaccano la maggioranza perché "dimostra di fregarsene che ci siano 85 miliardi all'anno che gli italiani perdono nel gioco d'azzardo". Ecco, va ribadito che si tratta di una cifra totalmente inventata. Sono anni che certi esponenti politici fanno finta di non conoscere la differenza tra raccolta e spesa, dove la prima rappresenta tutto il giocato, vincite comprese, mentre solo la seconda dice a quanto ammontano le perdite effettive.

Per tornare alla dichiarazione odierna del M5S, gli ultimi dati noti parlano di 135 miliardi di euro di raccolta e 20 miliardi di spesa, con oltre la metà di quest'ultima che è destinata all'Erario. Le stime per il 2024 parlano di circa 160 miliardi di raccolta e circa 23-24 di spesa. Dunque, circa un quarto rispetto a quanto erroneamente dichiarato dai pentastellati.

Gli italiani giocano, questo è un fatto che nessuna supercazzola potrà mai confutare. Bisogna piuttosto insegnare loro a farlo con responsabilità e destinare risorse per sostenere le vittime di casi di abuso, insieme alle loro famiglie. Come già detto altre volte, l'esistenza dell'alcolismo (che ha dimensioni imparagonabilmente più gravi) non è un deterrente per l'industria enologica che è un'eccellenza italiana, né impedisce che una popolare birra diventi sponsor di una grande manifestazione sportiva europea.

L’esempio da seguire è ancora una volta quello britannico, dove il gambling è nato ma dove sanno bene come mantenere in vita un business curandosi degli effetti collaterali.

Domenico Gioffrè

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"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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